Sans Saint Michele

Sotto in terra, sopra in cielo

Titolo lavoro per la rassegna di Arte contemporanea Seminariasogniterra 2021

Il lavoro realizzato è un luogo di culto-contemplazione, dentro una piccola cantina nel cuore del paese di Maranola in provincia di Formia.

 

Questo luogo è interno ed esterno: oltre alla cantina, il pubblico è stato invitato alla contemplazione anche in un altro luogo che dà l’origine all’oggetto contemplato. Questo luogo si trova sulla pendice superiore del monte a cui si accede percorrendo via Sorgenza. In questo luogo risiede una sagoma di linoleum che rappresenta un corpo assente ma anche il preciso punto di visione che dà voce all’opera. A ridosso dei giorni dell’installazione a Maranola c’era stata la processione di san Michele (il santo protettore del paese). Il lavoro dell’artista è incentrato sull’idea che il culto, la sacralità, lo stato di immanenza appartengono all’essere umano a prescindere dalla sua adesione ad una religione o ad un culto specifico, sottolineando come questi aspetti siano parte dell’essere umano.

Una parte del lavoro nasce dalla suggestione di un racconto ebraico, che narra di un uomo naufragato in un’isola lontana, che si trova ad inventare e sostenere la sua sopravvivenza. Cerca per prima cosa un luogo con una sorgente d’acqua potabile, poi affianco ci costruisce una capanna dove può ripararsi, infine trova un modo per cacciare e piantare qualcosa che gli permetta la sua nutrizione. Ottenute queste prime necessità, incomincia a porsi il problema di non aver un luogo dove poter andare a pregare la sua religione ed entrare in contattato con il suo spirito. Inizia a vagare per l’isola, fermatosi in un luogo per lui adatto, intraprende la costruzione del suo posto sacro, del suo tempio. Terminato il lavoro, inizia a frequentarlo e far vivere il luogo con le proprie preghiere. Ma intravede la mancanza di qualcosa. Così precipitando nella sua più profonda solitudine e senso di fallimento, capisce che deve costruire un altro luogo sacro. Un luogo sacro che sta dentro di lui, ma al contempo, lontano dal suo desiderio, dai suoi dogmi religiosi. Un luogo dove lui può vedere dal suo tempio, ma che sa che non ci andrà mai.

Da questa suggestione l’artista Nicola Rotiroti, trovò una piccola cantina nel cuore del paese di Maranola dove posizionò un trittico composto da due fotografie ed un dipinto a olio, raffiguranti il punto di vista del paesaggio soprastante al paese. Dentro la cantina sulla parete di fondo, l’artista mise in evidenza, attraverso la foglia d’oro, una forma che evoca una pala di altare poggiato alla parete. La composizione dell’immagine mostra una veduta del cielo, del mare e della terra, vista sulla pendice superiore del paese, situata in via sorgenza. All’interno di questo paesaggio l’artista inserì una sagoma antropomorfa di linoleum, a grandezza naturale, di colore grigio, alta 1,72m e larga 40cm. Questa sagoma occlude il paesaggio, come ad evidenziare un vuoto, un’assenza permanente, quasi invisibile grazie al suo colore grigio. La forma-scultura resta permanentemente ad abitare il luogo fisico di via sorgenza.

 

Il collegamento tra l’interno ed esterno è dato dall’invito, da parte dell’artista, a compiere una passeggiata dalla cantina (dove risiede il trittico) al luogo della contemplazione (dove risiede la sagoma di linoleum). Questo invito è rivolto a tutti, con particolare attenzione alle persone che si chiamano Michele. In questo modo il pubblico è portato a rivedere la scultura-forma-soggetto dell’immagine raffigurata nel trittico.

Il lavoro proposto dall’artista non vuole scimmiottare la sacra funzione religiosa del Santo, ma tenta di omaggiarlo in modo laico, attraverso l’invito alla contemplazione di qualcosa che è sempre esistito: il paesaggio che accoglie il paese.


Quest’opera vuole anche essere un omaggio alla pittura in quanto primo genita della contemplazione. Ed è proprio questa il fulcro dell’opera che vuole donare un piccolo attimo di immanenza, sfiorando un sacro individuale.

La popolazione di Maranola ha accolto l’opera dell’artista rendendola permanente, tutt’ora visitabile.

Il progetto di Nicola Rotiroti nasce dalla suggestione di un racconto ebraico che narra di un uomo naufragato in un’isola lontana. Cerca per prima cosa un luogo con una sorgente d’acqua potabile, di fianco costruisce una capanna dove potersi rifugiare e infine trova un modo per cacciare e coltivare la terra. Una volta soddisfatte queste prime necessità, il naufrago incomincia a porsi il problema di non aver ancora trovato un luogo dove pregare e poter entrare così in diretto contatto con il suo spirito. A questo punto, l’uomo inizia a vagare per l’isola e fermatosi in un luogo secondo lui adatto, intraprende la costruzione del luogo sacro, del suo tempio. Terminato il lavoro, comincia a frequentarlo e a far vivere il posto con le proprie preghiere. Tuttavia, si rende conto che manca ancora qualcosa. Precipitando nella più profonda solitudine e provando anche il senso di fallimento, capisce allora che deve costruire un altro luogo sacro. Un luogo sacro dentro di lui ma, al contempo, fuori di lui.

In questo senso il lavoro dell’artista per Seminaria Sogninterra è incentrato sull’idea che il culto, la sacralità, lo stato di immanenza e trascendenza appartengono all’essere umano e al rapporto con il paesaggio in cui si configura. E’così che Sans Saint Michele tenta di omaggiare la figura di San Michele in modo laico, attraverso l’invito alla contemplazione di qualcosa che è sempre esistito: il paesaggio che accoglie il paese e che lo stesso Santo ha scelto come tempio.

L’artista individua due luoghi: una piccola cantina/cappella nel cuore del paese dove posizionare un trittico composto da due fotografie e un dipinto a olio, raffiguranti una veduta del cielo, del mare e della terra, posta sulla pendice superiore del paese in via Sorgenza. Qui l’artista inserirà una sagoma di linoleum che andrà ad occludere il paesaggio, come ad evidenziare un vuoto, un’assenza permanente, quasi invisibile grazie al suo colore grigio.

Il collegamento tra l’interno e l’esterno è rafforzato dall’invito, da parte dell’artista, a compiere una passeggiata domenica 19 settembre dalla cantina (dove è posto il trittico) al luogo della contemplazione (dove si trova la sagoma di linoleum).

L’invito è rivolto a tutti, a chi si chiama Michele, Michela, Michelangelo, Michelantonio ma anche a Giovanna e Pasquale, ai maranolesi ma anche ai turisti e a tutti coloro che vorranno prendere parte all’appuntamento.

Successivamente la sagoma sarà posizionata all’interno del paese attraverso un processo di “appropriazione pubblica” che l’artista instaurerà con tutti coloro che prenderanno parte alla realizzazione del progetto.