“Decisi di comprarmi una macchinetta subacquea. Entrai in acqua con il mio corpo, sostituendo la stanza al buio e il bagno di quando ero bambino, con il mare. Avevo bisogno di una verifica fisica in prima persona, cercando anche di convincere quelli che facevano parte della mia vita ad apprezzare questo lavoro in pittura.Gli chiedevo se potevano immergersi insieme a me sott’acqua. Gli chiedevo anche se potevano indossare dei vestiti scelti da me: camice bianche, vestiti lunghi, rossi, marroni, verdi, gialli, giac- che, pantaloni, scarpe, dopodiché, in acqua, giravo attorno a loro come se fossi uno squalo, ma invece di morderli, gli scattavo le foto, come facevo con mia sorella, quando la rincorrevo. In quel caso la macchinetta era un’arma, tipo fucile laser iper spaziale. In questo caso la macchina fotografica era diventata i miei denti. Passai diversi anni impegnato in questo lavoro.”

 

tratto da “Il Doganiere” di Nicola Rotiroti casa editrice domestica Maicol Rice 2019

"Decisi di comprarmi una macchinetta subacquea. Entrai in acqua con il mio corpo, sostituendo la stanza al buio e il bagno di quando ero bambino, con il mare. Avevo bisogno di una verifica fisica in prima persona, cercando anche di convincere quelli che facevano parte della mia vita ad apprezzare questo lavoro in pittura.Gli chiedevo se potevano immergersi insieme a me sott’acqua. Gli chiedevo anche se potevano indossare dei vestiti scelti da me: camice bianche, vestiti lunghi, rossi, marroni, verdi, gialli, giac- che, pantaloni, scarpe, dopodiché, in acqua, giravo attorno a loro come se fossi uno squalo, ma invece di morderli, gli scattavo le foto, come facevo con mia sorella, quando la rincorrevo. In quel caso la macchinetta era un’arma, tipo fucile laser iper spaziale. In questo caso la macchina fotografica era diventata i miei denti. Passai diversi anni impegnato in questo lavoro."

tratto da "Il Doganiere" di Nicola Rotiroti casa editrice domestica Maicol Rice 2019

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